martedì 6 aprile 2010

Dalla Transilvania a Dublino. Il ritorno del conte Dracula!

E se Dracula fosse molto di più di un succhiasangue della Transilvania? Se fosse il male che molti irlandesi combattono da secoli?

La maggior parte della gente crede che Bram Stoker, lo scrittore del grande romanzo horror-gotico Dracula, sia Rumeno o al massimo Inglese. Invece no, Stoker era irlandese puro sangue nato in un piccolo villaggio vicino Dublino.

La figura del principe Vlad III di Valacchia fu solamente presa in prestico, così come tutte le ambientazioni storico religiose dei balcani, le somiglianze con il crudele principe sembrerebbero limitarsi all’impalamento che rappresentava la tecnica di tortura usata dal principe Vlad verso i suoi nemici. In verità ciò che Stoker racconta è la trasposizione in romanzo horror della più terribile “Grande Carestia” che ha colpito l’irlanda tra il 1845 e il 1849. A scatenare la carestia furono vari fattori tra i quali la politica economica britannica, l’incremento demografico e soprattutto la comparsa di una patologia delle patate causata da un fungo che distrusse il raccolto dei contadini per gli anni a venire.
A supportare questa tesi è una voce autorevole, Dennis McIntyre, direttore del “Bram Stoker’s Dracula Organization”. McIntyre ci fa notare che il nome Dracula deriva da “Droch Ola”, parola irlandese per indicare “sangue cattivo”, diversamente dalla derivazione largamente condivisa del termine “Draculea” da “figlio del Dragone” in virtù del fatto che il principe Vlad fu investito dell’Ordine del Dragone. Inoltre la madre di Stoker fu testimone diretta della immane tragedia del popolo irlandese e raccontava a suo figlio storie riguardanti un’epidemia di colera avvenuta nel 1832 dove persone ancora vive venivano spinte con dei pali di legno in fosse comuni, racconti che a secondo il direttore hanno sicuramente influenzato la stesura del romanzo.
McIntyre denuncia il quasi totale disinteresse dell’Irlanda per Bram Stoker, sempre rimasto all’ombra di grandi scrittori Irlandesi come Yeats, Joyce, Beckett, Wilde e molti altri. Dimenticando invece che la grande carestia è stata in verità la vera fonte di ispirazione del romanzo e Dracula rappresenterebbe una metafora del male (forse la politica Britannica?) che succhia il sangue dei contadini irlandesi ridotti alla fame.
Secondo questa lettura quindi, il romanzo può essere inteso come una presa di posizione anti britannica da parte di Bram Stoker ed il temibile Conte Dracula non sarebbe più quella legenda sanguinaria diroccata su un castello in Transilvania, così lontana e distante dal popolo irlandese.

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